VENTINOVEDODICI

Il progetto riguarda la realizzazione di un “concept” per una caffetteria con vendita di paste, dolci e gelato in Civitavecchia (Roma):

VENTINOVEDODICI

Queste le motivazioni del nome:

  • Venti: la sera , l’ora dell’aperitivo
  • Nove: la colazione, l’ora del caffè
  • Dodici: il brunch,lo spuntino veloce, l’ora del pranzo

La scelta del nome si deve alla coerenza di idee tra architetto-committente che hanno insieme portato avanti l’idea di creare un’identità “forte” e “riconoscibile” per una tipologia d’intrattenimento spesso dall’immagine logora.
Non abbiamo utilizzato stratagemmi o personalizzazioni estreme così come accade sovente per le caffetterie americane (quelle a catena); abbiamo puntato piuttosto a raccontare tramite il nostro progetto una sorta di “slow food” all’insegna della convivialità e dell’ambientazione prettamente urbana.
La facciata vetrata verso la zona pedonale, infatti, è una struttura leggera priva di pilastri e in estate o con il bel tempo, se all’improvviso una brezza tiepida si rende disponibile in città, può essere completamente aperta invitando i pedoni a partecipare ai piaceri della convivialità. La tentazione è quella di essere guardati e di guardare chi passeggia incurante dell’attenzione altrui.
Da questo si deduce che la nostra attenzione è stata rivolta soprattutto sul rapporto “interno-esterno”.
La vetrina esterna, con un semplice gesto, può essere trasformata in pensilina (per proteggersi da una pioggia improvvisa, per creare una piccola piazza “urban_virtual”). I vetri di notte si trasformano in specchio e nel momento in cui rimangono aperti, invitano il passante a sbirciare quindi al gioco del “guardare e non essere visti” ma al rovescio, come in realtà non è.
La convivialità è esaltata dal coinvolgimento emotivo dell’architettura che attrae ed invita a consumare in loco. Lo scopo del progetto è stato anche creare un luogo, punto di incontro informale che agisse da elemento di ricucitura sociale nel tessuto urbano.

Committente: Privato
Progettista: Na3 [Nicola Auciello e Carlo Buccheri con Alessio Fasciolo e Vincenzo Ramires Pomella]