riconfigurazione paesaggistica dell’autostrada M5 Tsotne Dadianis

L’autostrada M5 è una strada extraurbana ad alto scorrimento, con traffico veicolare intenso, a velocità sostenuta. È una strada importante per la città, dal punto di vista funzionale e paesaggistico, perché collega il centro di Tbilisi all’aeroporto ed è dunque la prima parte del Paese di cui fa esperienza un visitatore che vi giunga in aereo.
Dal punto di vista paesaggistico, la strada è priva di un assetto spaziale qualificato e di una strategia unitaria di definizione estetica e formale delle sue componenti. Numerosi cartelloni pubblicitari contribuiscono a un effetto complessivo di grande disordine estetico.
Lungo i margini della strada si distende un denso tessuto di edifici residenziali e di insediamenti produttivi, oltre alla ferrovia. A tratti, si aprono alla vista ampi terreni ad uso agricolo, pascoli e brani di boschi.
Il tratto autostradale interessato dal progetto va da Tbilisi all’aeroporto, per una lunghezza complessiva di 12 km ed è diviso in due parti: la prima parte (d’ora in poi parte A) va dall’inizio della strada in direzione Tbilisi sino allo svincolo dell’aeroporto per un lunghezza di circa 9,3 km; la seconda parte (d’ora in avanti parte B) è pressoché perpendicolare alla prima e va dal medesimo svincolo sino all’aeroporto.

Obiettivi
La nostra proposta progettuale parte dall’opinione che la realizzazione di questa opera possa costituire un’occasione di grande importanza per la città di Tbilisi, oltre alla stretta funzione in sé, per le sue vitali valenze rappresentative. Dunque il nostro primario obiettivo è di ricercare una forma e un carattere che assicurino alla strada una chiara e forte identità urbana.
Il progetto mira alla qualificazione paesaggistica del tratto dell’autostrada M5 che collega la città di Tbilisi all’aeroporto solo attraverso operazioni di planting.
Si intende caratterizzare la strada attraverso il disegno delle aree verdi, in modo che il passaggio lungo la strada sia una esperienza piacevole ed emozionante.
Comunemente, quando si viaggia in automobile ci si sofferma sul “paesaggio dalla strada”, cioè su ciò che è al di fuori di essa e che è visibile in movimento. Con questo progetto si intende invece porre l’attenzione sul “paesaggio della strada”: la strada diventa essa stessa uno spazio disegnato secondo intenzionalità estetiche ed espressive, non solo puramente funzionali. La strada diventa essa stessa paesaggio, con una sequenza percettiva varia e dinamica, che offra all’esperienza del percorrerla un continuo interesse di scoperta. Deve essere un paesaggio, sia nel suo insieme che in ogni suo segmento.
La strada diventa un “asse verde” di attraversamento della città che offre il succedersi di scenari diversificati e mai ripetuti, a carattere episodico, in grado di segnare fortemente i luoghi.
Il progetto calibra la propria struttura spaziale sulla visione del paesaggio nel moto, che è estremamente rapida, necessariamente distratta, che non permette di mettere a fuoco ciò che è in primo piano. Per questo il progetto punta l’attenzione sul colore più che sulla forma della vegetazione, giocando sul ritmo con cui si succedono gli accenti, le pause, le interruzioni improvvise, la luce. La sequenza si sviluppa nello spazio, lungo i 12 km che sono oggetto della progettazione, e nel tempo, con l’alternarsi delle stagioni che inducono dei cambiamenti spettacolari nell’aspetto della strada, per le intense variazioni cromatiche delle fioriture, per il ciclico germogliare e appassire delle foglie. Il progetto, attraverso una ricca collezione di piante, intende trasformare la strada in un caleidoscopio vivente.

Metodi e dispositivi del progetto
Il tema principale del progetto è il disegno del suolo attraverso la vegetazione. Il progetto consiste fondamentalmente nel disegno di parterre vegetali a prevalente sviluppo orizzontale che si dispongono nelle diverse aree del progetto.
Per evidenti ragioni di sicurezza il progetto non ha disposto lungo la strada alcun elemento di altezza superiore a 70 cm. Tuttavia, laddove lungo i bordi esterni delle due carreggiate centrali si disponessero delle adeguate barriere di protezione (guard rail) le aiuole spartitraffico laterali che separano le corsie centrali dai controviali potrebbero accogliere dei dispositivi di introspezione visiva simili a spalliere o pareti di vegetazione. Le spalliere di piante rampicanti, pensate come un nastro vegetale orizzontale, semipermeabile alla vista. Il nastro ha altezza variabile: ove è opportuno chiudere quasi del tutto la vista dalla strada, il nastro corre piuttosto basso, all’altezza dell’occhio di chi percorra la strada in automobile; altrove il nastro si solleva maggiormente dal suolo, permettendo alla sguardo di attraversarlo.
Le spalliere sono la rielaborazione delle strutture delle vigne tipiche della regione di Kakheti. Sono dunque delle figure familiari nel paesaggio, che la gente facilmente riconosce ma al contempo, per la loro forma e le loro dimensioni, sono una presenza sorprendente, in grado di caratterizzare il luogo e destare l’attenzione del passante distratto.
Le spalliere sono formate da tre soli elementi: a)piante rampicanti, b) pali di sostegno alla crescita.