Mt_99 museo d’arte contemporanea

Compito dell’ edificio polifunzionale è in primo luogo quello di riconnettere le differenti parti di città tramite una cerniera che giochi da punto di forza. Creare un caposaldo architettonico che possa influire lo sviluppo degli spazi futuri.
Così dalla frattalità della composizione urbana del sito preso in esame derivano le forme architettoniche apparentemente scomposte del manufatto.
Ma di fondamentale importanza è il fatto che esso, tramite la sua composizione non voglia negare e negarsi al contesto, ma al contrario svolgere funzionalmente una riconnessione dell’intero ambito.
I volumi dell’edificio si piegano e deformano guidati da linee di forza intrinseche alla città; la volumetria dell’impianto bibliotecario guarda alla città storica, al centro cittadino e deformandosi, cerca un dialogo ed un’integrazione con essa.
Al contrario, il volume dell’impianto museale si stira e s’inclina lungo la direttrice sud-ovest, lungo i navigli e il parco lineare.
Così l’edificio manifesta un dinamismo capace di creare la forma nell’intuizione plastica, definendo la durata dell’apparizione per vivere l’oggetto architettonico nel suo manifestarsi.
Abbiamo voluto ricercare la forma unica capace di dare continuità allo spazio urbano. Quindi tramite le influenze dell’ambiente sull’oggetto e quelle del manufatto architettonico sull’ambiente abbiamo voluto proporre una simultaneità formale tra l’edificio e la composizione del territorio.
I piani dell’oggetto e quelli dell’ambiente non sono quindi isolati ed assoluti ma compenetrano, dato che nessun oggetto finisce là dove un altro comincia. È appunto in questo istante che l’elemento ambiente, territorio, città, entra in relazione con l’elemento oggetto: ovvero il fatto architettonico.
Tornando alla descrizione dell’edificio, tra i due volumi dell’edificio, si conforma una sorta di finestra urbana dettata dal prolungamento dell’asse stradale della via Bergognone.
Essa tenta di instaurare la connessione visiva del verde pubblico da Parco Solari, attraversando il parco lineare e giungendo fino al parco agricolo del sud milanese.
Quindi ad una quota appena più alta rispetto la quota stradale, la finestra diventa piazza proprio nel punto in cui attraversa l’edificio creando visioni suggestive lungo una passegiata pedonale continua.
Al di sotto dei due edifici intermezzati dal vuoto prospettico è presente l’entrata al foyer che unisce e detta continuità all’intera architettura; si raggiunge tramite una piazza, in parte pavimentata ed in parte trattata a verde, che risulta in depressione rispetto alla quota stradale, per non intaccare visivamente i differenti percorsi, quello superiore del verde da quello in depressione che porta all’ingresso dell’edificio.
Attorno al foyer sono disposti alcuni servizi: isola d’informazione, biglietteria, guardaroba, bookshop, bar e tutti i collegamenti verticali.
Per quanto riguarda gli spazi museali, abbiamo voluto organizzare un percorso definito da continuità visive.
Le dodici sale espositive si avvolgono a spirale creando uno spazio unico tramite lo slittamento orizzontale e verticale dei piani.
Sono presenti due tipi di percorsi per attraversare le varie sale espositive, uno che tramite passerelle sospese consente il passaggio continuo da una sala all’altra, l’altro invece permette la visita dell’esposizione in modo più libero in maniera che il visitatore possa scegliere le sale a cui è più interessato. Questo è percorribile per mezzo di una rampa continua pensata come una sorta di passeggiata che si sviluppa lungo tutto l’edificio, garantendo la percezione simultanea degli spazi interni ed esterni.
La rampa, elemento formale caratterizzante, è anche il luogo da cui si legge tutta l’organizzazione spaziale dell’edificio.
Anche la luce, elemento narratore e di definizione degli spazi espositivi, si propaga all’interno degli stessi in maniera libera e continua, assegnando loro un carattere ed una qualità di ambiente unico, con una precisa identità, quasi palpabile.