Ibridazioni

Un approccio diverso alla rete – prime avvisaglie collaborative

di Paolo Marzano

Capitolo primo – Postazioni connesse “La cultura non può definirsi contemporanea se non ha in sé la caratteristica che le consente di aprirsi ai valori delle scienze e delle tecnolgie, così come una formazione scientifica non può ignorare il proprio fondamento umanistico”. Di Guido Vannucchi, Verso la società dell’informazione e oltre: opportunità e rischi . tratto dal testo: Le comunità virtuali , (Paola Carbone e Paolo Ferri a cura di) L’integrazione delle tecnologie, applicate alle trasformazioni sociali, apportano o meglio sovraespongono l’individuo ad un vasto quanto mutante scenario percettivo, dato dal continuo trasformarsi dell’esistente. L’attuale tensione psicologica, a cui esso è soggetto, deriva, quindi dalla costruzione di un complesso ‘apparato sovrastrutturante’ informazionale e viene ancora più sollecitata da tremende e sconcertanti intermittenze cognitive che si sovrappongono in uno zapping stroboscopico, capace di perpetuare alterazioni e deformare pericolosamente, i riferimenti al reale. E’ il risultato di un tentativo maldestro di aggiornamento delle connessioni a ‘periferiche’ sia fisiche sia percettive, che l’informazione causa, certamente, non facilitando la sua naturale comunicabilità. A volte si tratta di scelte che compromettono solo la focalizzazione di sfumature dell’immagine del nostro presente, ma a volte risultano essere indifferenziate sequenze allucinatorie che, nel sussegursi della loro ‘acida’ realtà, confondono le nostre prossimità, deformando la contemplazione, inibendo l’attenzione, debilitando la concentrazione. Un profondo cambiamento dei rapporti umani e delle abitudini sociali, è stato determinato quindi, da un uso ‘iperbolico’ della rete, che evidenzia già oggi, i suoi punti deboli. Appare chiara, come non mai, l’autoneutralizzazione di una prassi ‘simbionte’ con un iperconsumo invasivo dell’informazione che procede a grandi passi verso il suo decadimento. Al tramonto dei ‘siti web’, come sono concepiti e considerati fin’ora, certamente altre configurazioni informative faranno il loro ingresso. Occorreranno creative e rigenerate condizioni di operatività variabile, altre idee dirette alla cominicazione di differenziata metodologia, forse agiranno come catalizzatori di novità inattese. In un’epoca in cui l’osservato prevale sul vissuto e il mediato sul veritiero , generare altri tipi di ‘contatti’ informativi risulta quindi, di notevole importanza. L’intervista che abbiamo seguito in rete, di Giacomo Airaldi / Paola Ruotolo dalle pagine interattive di Archandweb/E-Art magazine rappresenta una prova. Un buon risultato di quella che si può chiamare dell’ informer-moving . Un tipo di approccio ai fondamentali principi dell’architettura della rete che amplieranno lo scenario delle tecniche risolutive e comunque, metodologiche del modo di ricercare e sperimentare il ‘costruito architettonico’ desunte dal lavoro, inquesto caso, di Marco Nardini. E’ tempo che la tolda teatrale interattiva venga invasa da una collettività fin’ora esposta, attenta, aggiornata e timidamente silenziosa che, dalla sua presunta omologante latenza, ha saputo creare le condizioni naturali favorevoli, d’incubazione al nuovo tipo didattico di ‘contatto’. Il lento sviluppo di una ‘complessa-connessa’ maturazione, è stato così difeso dal facile qualunquismo quanto dall’esagerato nozionismo ‘proiettato’, ormai di continuo, da media autolesionisti e tristemente obsoleti. Sono le prime avvisaglie di un’intuizione nuova? L’intervista compare nella rete, come nel momento in cui l’occhio indagatore riesce, ad estrarre una figura staccandola da un fondo caotico e indistinto. “ …fusione di due postazioni di rete… ” cita l’abstract, è interessante l’idea di Giacomo Airaldi e Paola Ruotolo. Può passare inosservata questa frase? Certo, come tutte le pratiche innovative, agli occhi dei molti, ma il salto è stato compiuto. Un’intervista da loro intesa ‘ibridamente’, ma che da questa presunta ibridazione trae tutta l’energia propulsiva possibile. L’embrione si è formato, le caratteristiche cromosomiche dalle evidenti eredità proteiche sono consolidate nell’architettura di rete. Infatti, i due attivi sostenitori del sistema comunicativo hanno deciso di fare un passo che si è dimostrato secondo me, un anticipo di un altro livello interpretativo della comunicazione dell’architettura in linea. Credo che l’esperienza dei due siti in ‘contatto’, generi altre diverse interviste e magari della stessa qualità. Che costituisca, anzi stimolo per quello che verrà dettagliatamente espresso e analizzato in futuro, magari sollecitando pratiche alternative per il miglioramento dell’informazione sull’architettura, o di compartecipazioni casuali tra gruppi che trattano direttamente con i materiali dell’architettura. Oppure, collaborazioni collettive a progetti ‘assistiti’ od ‘osservati’, magari scrivendo un ‘diario’ da un tavolo da disegno e vivendo dall’interno di un grande studio d’architettura per avvicinare i diretti interessati e così carpirne le interpretazioni. Ricercare ed indagare oltrechè sui grandi interventi architettonici, anche sull’atto minimo dell’architettura, di fronte al quale ci troviamo, ogni giorno tutti noi. Si richiedono, allora, sistemi alternativi, e proposte comunicative fatte di concreta e fertilissima sperimentazione. L’intervista pone delle argomentazioni riguardanti il lavoro e le cosiderazioni di un’interprete contemporaneo dei sistemi informatici e progettuali per l’architettura. Essenziale strumentazione del ‘quotidiano architettonico’ relativo al lavoro di Marco Nardini. Un inizio importante per una discussione divulgativa su una parte della strumentazione utile, a chi si avvicina all’architettura. Come ho sempre sostenuto, le nuove tecnologie alimentano un complesso quadro generale di una probabile indagine fondata sulla pratica architettonica, rendendo complesse anche le metodologie per osservarne o decifrarne o ancora, filtrarne certi nuovi parametri. E’ banale ma è importante ribadirlo ; a problematiche complesse, nessuno ha mai posto soluzioni semplici . L’idea di un’intervista a tre, con una forma di dialogo quasi ‘colloquiale’ è interessante, perché capace di esporre le esperienze degli strumenti della progettazione dei gruppi di lavoro, facendo intuire come probabile e costruttiva (in tutti i sensi), la forma ‘reale’ di compartecipazione. Gruppi e postazioni scollegati che connettendosi danno forma ad una ‘competizione interattiva’ culturale, il cui, unico scopo è far riflettere sulle possibilità tecnologiche architettoniche. Sono interviste oggi, forse saranno istallazioni di postazioni itineranti fra un po’, che partecipando a manifestazioni o esposizioni d’architettura riabiliteranno l’interesse per un’architettura purtroppo per molti,‘troppo complessa’ o ‘troppo difficile’ da comprendere. Appena ci sarà questo tipo di scollamento dall’interesse architettonico, allora avremo perso tutti noi e la rete per prima. Invece, collaborando ad una ricerca architettonica collettiva, si dimostrerà che la partecipazione all’architettura è un fantastico ‘gioco di ruolo’ dove il ‘ master ‘ è proprio l’architettura, il movimento casuale del dado è il tempo e le trasformazioni tecnologiche , i giocatri sono coloro che credono nell’architettura fino a offrire in rete il loro impegno per la ricerca e offrendo scenari che mostrano l’alternativa continua alla consuetudine. Riconosciamo quindi, che la ‘virtualità’ come termine non coincide e non ha mai coinciso, con l’assenza di un presente, forse astratto o intangibile o addirittura individuato come pseudo-realtà, ma è l’essenza ‘pratica’ e convincente di un’altra forma di strumentazione per una diverso tipo d’intelligenza. Questo non allontana dalla naturalità umana, anzi la rende più complessa e, a questo punto, possiamo affermarlo, più ‘sensibile’. E’ una sconvolgente verità che testimonia uno stato d’evoluzione superiore dell’uomo, in grado di ridefinire le sue stesse coordinate (grazie all’architettura) e la sua relazione con un flusso indistinto d’informazioni e di nuove esaltanti prossimità in un ambiente ancora tutto aperto alle alternative possibili, sicuramente ancora tutto da scoprire. http://www.archandweb.com/scritti/intervista%20ibrida.htm (G.Airaldi) http://www.eartmagazine.com/readart.asp?f=&id=916&language=ITA&cat=36 (P. Ruotolo) ” Intervista “ibrida” a Marco Nardini: no solid information. ” su Archandweb e su E-Art Magazine Paolo Marzano Nota di rete Per la vignetta di testa : Disegno: Michele Benevento Soggetto: Paolo Marzano (altre storie a fumetti degli stessi sutori nella sezione ‘strisce’ del link ) http://www.comunicazionivisive.com/segni/index.htm

La Redazione
Architettare.it è un Vortal dedicato ad architettura, design e lifestyle. Nasce nel 2000, come blog di studenti dell’Università di Architettura di Roma La Sapienza. Pubblica il primo articolo nell’Ottobre dello stesso anno e dalla data di fondazione ha ricevuto diversi apprezzamenti dalla critica e dal pubblico, tanto da essere uno dei siti più apprezzati e longevi del settore.

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