L’ente Ports de Paris, che gestisce i trasporti via acqua e promuove il turismo fluviale nell’area dell’Ile de France, ha recentemente pubblicato un bando per l’affidamento e l’utilizzo di uno specchio d’acqua sulla Senna a Parigi, in prossimità della stazione d’Austerlitz. Lo studio Torrisi & Procopio Architetti, insieme alla società parigina H2orizon ed alla nota catena alberghiera Accor Group, ha presentato una proposta per la realizzazione di un hotel galleggiante di 75 suite, un progetto ambizioso per la tecnologia, le dimensioni dell’intervento e l’entità dell’investimento. L’hotel, lungo 95 e largo 17 metri, si sviluppa su tre livelli (livello scafo semisommerso + due livelli sopra il pelo d’acqua) per un totale di 4.330 metri quadri e rappresenta una nuova concezione alberghiera che prevede la possibilità di soggiornare a costi contenuti in spaziose suite. Non sono previste camere tradizionali, ma solo suite attrezzate con angolo cottura. Le scelte architettoniche e compositive sono state fortemente condizionate dai rigidi vincoli dimensionali imposti dal bando e dall’esigenza di inserire il più alto numero di suites possibile, sfruttando così al massimo lo spazio a disposizione per motivi di marketing. Ciò ha portato ad escludere a priori la possibilità di ottenere giochi di volume che potevano in qualche modo compensare la notevole lunghezza del fabbricato ed il ritmo monotono delle bucature. Gli sforzi dei progettisti si sono pertanto concentrati sull’involucro e la scelta è stata quella di non nascondere con artefici la lunghezza dell’edificio, ma al contrario quella di enfatizzare questa caratteristica utilizzando dei brise- soleil continui e ad andamento orizzontale. Gli unici punti di discontinuità in questo ritmo regolare si hanno sul lato banchina grazie alle piccole rientranze dei due ingressi e, sul fronte opposto, in corrispondenza della hall e della sala fitness con l’impiego di materiali semitrasparenti e “morbidi” come le reti microforate, in netto contrasto con la rigidità delle altre parti dell’edificio. L’effetto cercato è quindi la percezione di un oggetto architettonico sostanzialmente rigido ma con dei punti di discontinuità, degli snodi flessibili che, come fra i vagoni dei treni o in una fisarmonica, collegano elementi rigidi e lasciano immaginare la possibilità di movimento, il dinamismo.