Design e Identità

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Stefano Follesa
Design e Identità
Progettare per i luoghi
Franco Angeli Editore

Il rapporto tra oggetti e luoghi ha caratterizzato e definito gli strumenti del nostro vivere fin dalla comparsa dell’uomo sulla terra. Gli oggetti sono sempre stati espressione del tempo e del luogo che li ha generati ed è in tale appartenenza, fatta di materie, usi, tecniche e saperi, che si è sviluppata una diversità culturale che ha alimentato lo scambio e le contaminazioni tra i popoli. Questa diversità, queste ibridazioni, sono state il nutrimento di un’identità che giorno dopo giorno è diventata sempre più debole perché non più alimentata dal presente.
Oggi, in una fase di ripensamento dell’idea di modernità che ha permeato le trasformazioni socio-economiche dal secondo dopoguerra, spetta al mondo del progetto un preciso ruolo nella prefigurazione di nuovi modelli di sviluppo.
Design e Identità parla di oggetti e di luoghi.
Il tema, nello specifico, è quello di un design che, divenuto il fare unico delle cose (oggi tutto è design), ne ha progressivamente modificato usi, significati e connessioni per poi interrogarsi sulle conseguenze che tali trasformazioni imponevano ai sistemi di vita e ai sistemi lavorativi.
Il senso del libro non è auspicare un ritorno a tecniche e linguaggi perduti (buona parte delle conoscenze tacite sviluppate nei territori sono state annullate dagli avanzamenti tecnologici) ma semmai capire con quali linguaggi, mezzi e strumenti il fare contemporaneo possa ancora sviluppare una diversità culturale e come, tale diversità, possa interessare il sistema degli oggetti.
In un tempo nel quale le barriere che ancora dividono arte, industria e artigianato vanno progressivamente a crollare, è necessario elaborare nuovi linguaggi e nuove pratiche che possano restituire agli oggetti alcune delle prerogative cancellate dalla modernità. Tra queste le componenti simboliche, l’adesione ai luoghi, l’apporto decorativo, il rapporto con i materiali, i rituali d’uso.
I mestieri della felicità (designer, artigiano, architetto, artista) accomunati da una gioia dell’ideazione inversamente proporzionale alle prospettive economiche, vivono una complessa fase di riordinamento e ibridazione che prelude a sostanziali cambiamenti. Se il design italiano saprà cogliere queste mutazioni per riconnettersi a quel patrimonio unico di espressioni artistiche ed eccellenze artigianali che definisce la nostra diversità, potranno forse prefigurarsi nuove importanti stagioni culturali.

Stefano Follesa architetto e designer è docente presso il Dipartimento DIDA dell’Università degli Studi di Firenze.
Dal 1996 come progettista e teorico sviluppa ricerche sui rapporti tra artigianato e design e tra oggetti e luoghi.
Vive e lavora a Firenze dove ha il proprio studio professionale.

La Redazione
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