FABBRICANOVE

Il Parco espositivo

La riconversione del Forte San Pietro costituisce un significativo espediente urbano per riattivare una porzione della città di Livorno che ha recentemente avviato un processo di rigenerazione. Nonostante le trasformazioni subite dall’area durante il secolo scorso, la struttura e la morfologia del Forte San Pietro rimangono ben leggibili, soprattutto nei rapporti con le rimanenti fortificazioni medicee, la Fortezza Vecchia, la Fortezza Nuova ed alcuni frammenti della cinta muraria; essi costituiscono un vero e proprio sistema, che oggi necessita di nuova linfa. Si tratta di una sequenza di fortificazioni concatenate e a carattere identitario, che attribuiscono al Forte un ruolo strategico di cerniera funzionale ed urbana, di nuovo baricentro del sistema mediceo.
Dall’analisi rigorosa di queste preesistenze urbane deriva la prima indicazione progettuale: la riconfigurazione dello spazio vuoto. Quasi a rigenerare quella prevalenza di vuoto e di vegetazione che caratterizza oggi le due fortezze medicee (Nuova e Vecchia) e che il progetto traduce nello svuotamento dell’area, attraverso la demolizione degli edifici successivi a quelli dei pubblici macelli e la riorganizzazione dell’intero spazio, in un parco museale che riconnette preesistenze e nuove funzioni in una trama permeabile di percorsi e ambiti pubblici specifici.

Le mura che definiscono il Forte San Pietro trasmettono una sensazione di recinto, che per sua intrinseca natura – di fortificazione, appunto -, ha uno scarso livello di permeabilità con l’esterno. Uniche valvole di sfogo per ristabilire un sistema di relazioni con la città rimangono la porzione di mura mancanti verso nord e i tre ingressi urbani (uno su via del Forte San Pietro e due su via della Cinta Esterna). Il progetto propone una soluzione netta, essenziale e restituisce al Forte San Pietro una nuova immagine urbana attraverso la creazione di un parco museale aperto sul Canale Reale, di cui il PRG prevede la riapertura. Ideato come un tessuto connettivo che si dilata fino a costipare tutto l’invaso del Forte, con una struttura a zolle poligonali, il parco è ispirato al tessuto urbano della Venezia Nuova, costituito da un aggregato di isolati urbani tenuti insieme dai fossi d’acqua.
Il progetto riutilizza gli edifici originari degli ex pubblici macelli per gli spazi espositivi dedicati alle collezioni di oggetti archeologici, gioielli, cimeli risorgimentali e garibaldini e per gli spazi adibiti a manifestazioni ed eventi enogastronomici/artigianali. Per favorire il funzionamento integrato delle preesistenze, si prevede l’inserimento di una stecca longitudinale – una loggia espositiva – disposta in testata ai quattro edifici (a ridosso dell’edificato su Via del Forte San Pietro), nella quale si concentrano gli ingressi al museo e gli accessi ai singoli blocchi. Pensata come vuoto contratto e a forte impatto spaziale, la loggia espositiva stabilisce una relazione materica e dimensionale con le mura del Forte, con la loro emergente massa (per questo si ipotizza un rivestimento in Corten) e si presta ad accogliere installazioni e sistemi temporanei di allestimento.
Punto strategico di convergenza di impulsi e direzioni diviene il nuovo affaccio sul mare. Si tratta di una convergenza di percorsi, di spazi, di funzioni che il progetto ha voluto convogliare nel punto più suggestivo del Forte San Pietro, e cioè sul fronte che ristabilisce il suo storico “contatto”con l’acqua. In questa porzione lo spazio pubblico del parco si dilata in una grande terrazza ispirata da alcuni spazi caratteristici della città, uno tra tutti, la Terrazza Mascagni.
In sostanza il progetto risolve il delicato rapporto tra edificato e nuove funzioni attraverso l’idea del parco museale: esso è prima di tutto un sistema di ambiti interconnessi che si tematizzano a contatto con gli edifici e le funzioni. Come un grande cretto, ispirato al tessuto urbano della Venezia Nuova, il parco museale predilige la restituzione dello spazio pubblico, il riassetto del grande vuoto e soprattutto subordina la sua trama al senso del percorso, dell’attraversamento e della sosta.
Come un pezzo di città viva, il nuovo Forte San Pietro mantiene visibili le sue stratificazioni storiche, le rende leggibili, le esalta e le tiene insieme a differente scala con un tessuto-parco.