G2Z

Campus dei Licei

Concorso di progettazione per il disegno degli spazi aperti e per la realizzazione di un nuovo auditorium e di un edificio per servizi.

G²Z Rendering Campus dei Licei

E’l concorso per il “Campus dei Licei” di Schio richiedeva proposte di progettazione per dare coerenza e integrazione ad un’area nel quadrante nord della città dove si concentra la gamma completa dell’offerta didattica di buona parte del territorio Altovicentino. Obbiettivi del bando erano il ripensamento dell’intero distretto scolastico, il ridisegno degli spazi aperti con pista ciclopedonale, parcheggi, spazio di sosta per le corriere, attrezzature, campi sportivi e soprattutto di due nuove strutture: un edificio per servizi con mediateca, biblioteca, caffetteria, ristorante ed uffici; e un auditorium pensato per accogliere 1500 spettatori ma con sala suddivisibile in spazi autonomi da 1000 e 500 posti.

Il progetto proposto per la prima fase del concorso è pensato come una serie di interventi coordinati a diverse scale per dare logica spaziale e identità al Campus in modo da creare connessioni e continuità tra ambiti spaziali, garantire sicurezza e qualità ambientale, dare una configurazione unitaria dei limiti. Da qui la razionalizzazione della circolazione interna e prossima al Campus, la ricerca della continuità degli spazi aperti attraverso corridoi verdi, attraverso il ridisegno della sezione altimetrica per la creazioni di nodi lungo una nuova trama di percorsi pedonali interni, il riposizionamento delle dotazioni delle singole scuole per razionalizzare, agendo su coppie di istituti attigui, gli spazi per lo sport, gli ambiti per la ricreazione e i parcheggi per cicli e motocicli affinchè rimanessero ben mimetizzati lungo i margini del Campus.

G²Z Rendering n.4

Un insieme quindi di interventi che con logiche puntuali o complessive risidegnassero gli spazi aperti e definissero unitariamente il “limite”, il confine, il bordi e quindi gli accessi considerati come espressione prima dell’identità di una cittadella dell’istruzione oltre che di ”area ambientale”.

Gli edifici di nuova progettazione posizionati su aree fissate dal bando partecipano di questa logica complessa, la assecondano, la generano, la innescano demarcando il confine tra il Campus e l’esterno, dovendo essere sia la biblioteca e i servizi che l’auditorium riferimento anche per comunità cittadina in ambito extrascolastico. Da qui il nostro lavoro sulle giaciture e sulla composizione di due edifici che utilizzassero una stessa grammatica formale (le forme ellittiche, le superfici coniche concentriche e sezionate, il loro frammentarsi e scomporsi nell’interazione con superfici rette o volumi regolari) per risolvere due programmi complessi (l’edificio dei servizi con biblioteca e l’auditorium) e declinare due concetti e due modi di intervento secondo le coerenze fissate dalle scelte sugli spazi aperti.

L’edificio per la biblioteca e i servzi di ristorazione deve porsi secondo noi “a cavallo” di due spazi pubblici, (quello esterno di arrivo delle corriere e di ingresso degli alunni e uno interno che gravita attorno ai servizi di ristorazione e biblioteca/servizi informativi) deve costituire la porta del Campus ed essere il cuore e il collettore della vita al suo interno, gestire l’accesso agli spazi interni degli istituti ed “prottegere” le ore di convivalità, esso deve con la sua giacitura e la composizione delle sue parti garantire il giusto equilibrio tra esigenze di studio (biblioteca) e quelle dello stare insieme. Da qui l’idea di un edificio che si compone di corpi riconoscibili con giaciture diverse e con distinto grado di introversione. Esso si compone di tre parti organizzate attorno ad un piazzale interno ribassato di 2 metri (assecondano una variazione altimetrica presente): una parte che chiude verso l’esterno rimanendo bassa parallelamente alla strada, aprendosi invece verso l’interno con i servizi di ristorazione, accessibile in testata con bar/caffetteria; la seconda in cui spicca una forma tronco-conica a doppia superficie completamente opaca (biblioteca), imprigionata tra i volumi retti di servizio (deposito libri ed uffici) e un terzo volume “ponte” che contiene mediateca, spazio internet ed emeroteca, a garantire comunicazione interna col bar e i servizi di ristorazione. L’accesso al Campus avviene al di sotto di tale volume dalla piazza di arrivo degli studenti depositati dalle corriere.

Una strategia compositiva di questo tipo risolve la comunicazione tra la piazza mediana di accesso al Campus e una piazza, protetta e ribassata, nella quale convergono i percorsi pedonali provenienti dagli istituti, oltre a garantire il corretto grado di “introversione-riservatezza” di alcune funzioni e la permeabilità di altre. La declinazione formale che abbiamo scelto per materializzare questa organizzazione delle parti, appartiene invece a suggestioni diverse, alle ricerche interne allo studio che in quel momento si rivolgevano verso le sculture di Richard Serra, verso la scomposizione complessa di superfici tronco-coniche una dentro l’altra, squarciate o variamente rotte dallo scontro con altre forme regolari contenenti per esempio i collegamenti verticali, o sull’effetto formale di un loro “agitarsi” tra forme che sembrano poterle imprigionare o tratterenere pur subendone gli effetti. Si ricercava l’equilibrio di forme che sembrano “mosse” da altre nonostante diano l’impressione di trattenere, o viceversa sembrano trattenute nonostante diano l’impressione di generare movimento. Come nell’opera di Serra ci interessava indagare lo spazio compreso tra queste superfici curve, lo stare dentro e l’esperienza del percorrere lo spazio che è compreso tra esse; in queste forme abbiamo visto le sale di lettura ad illuminazione zenitale con gli effetti luminosi spargersi lungo le superfici curve, i percorsi di connessione tra le diverse funzioni bruscamente interrotti per l’intervento di una forza di un piano intersecante o l’energia di un volume che interviene a spezzarne la continuità.

Gli stessi temi insieme ad una particolare attenzione che in quel periodo rivolgevamo verso alcune opere di Arata Isozaki ci hanno guidato nel disegno dell’edificio dell’Auditorium, con sale espositive e laboratori teatrali, qui la complicazione consisteva nella richiesta del bando di una sala che potesse essere suddivisa e fruita come due (1000 e 500 posti). I principi compositivi e gli elementi in gioco sono gli stessi: due involucri tronco-conici a base ellittica contengono platea e galleria, essi danno la possibilità di svolgere nello spazio compreso i collegamenti verticali, variando tra scale ascendenti e rampe discendeti di accesso alle sale. La forma ellittica permette inoltre di contenere al suo interno quella circolare, creando la possibilità di chiudere la galleria dell’auditorium con pannelli scorrevoli che separassero una sala, sospesa e di pianta circolare appunto, per un uso separato e contemporaneo. Anche per l’auditorium corpi disassati di volumi retti imprigionano la forma conica creando un effetto in equilibrio tra la forza centrifuga che sposta i volumi e quella che di senso contrario comprime e trattiene.
Essi contengono i servizi e gli spazi espositivi, il palco, il retropalco e i laboratori teatrali.

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A PROPOSITO DI G2Z

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Salvatore Guzzo (’74), laurea in Architettura, Politecnico di Milano ed Elisa Zucchini (’76), IUAV, costituiscono il nucleo base di G²Z a Milano nel 2003.

G²Z è uno Studio di Architettura nato dal desiderio di crescere nella pratica quotidiana della professione e misurarsi progettualmente nelle parentesi concorsuali, concretizzando l’aspirazione alla collaborazione e facendo confluire diverse sensibilità maturate in ambito universitario, nelle esperienze di lavoro e studio all’estero.

Il continuo scambio con colleghi stranieri, la passione per il confronto mantengono alta la tensione verso la sperimentazione di diverse strategie compositive e approcci alla progettazione. Lo spirito di gruppo e l’apporto di personalità diverse che di volta in volta, (a seconda dell’occasione si uniscono al nucleo base di G²Z permettono di crescere progetto dopo progetto, di reinventare commistioni, forme o schemi compositivi con un’attenzione rivolta alla progettazione di spazi pubblici complessi a determinate scale e in contesti fortemente vincolati

I progetti sviluppano di volta in volta suggestioni di diversa natura, sono il risultato di un approccio complesso, che fa intenso utilizzo di tecnologie digitali nel processo di progettazione e nella rappresentazione.

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